Come si sviluppa l’attacco di panico

Definizione
L’attacco di panico è un episodio di ansia intensa che raggiunge l’apice in pochi minuti accompagnato da una serie di sintomi, come sensazioni di capogiro, di svenimento, soffocamento e paura di morire, impazzire o di perdere il controllo.
Si può presentare all’interno di un qualsiasi d’Disturbo di ansia, come di altri disturbi mentali, ad esempio dopo un trauma o un abuso di sostanze o in alcune condizioni mediche generali (cardiache, respiratorie, gastrointestinali).
Ansia anticipatoria
Compare dopo il primo attacco e rappresenta la paura che si possa verificare un nuovo attacco e delle sue conseguenze. Nei mesi successivi quest’ansia anticipatoria rappresenta il disturbo principale del quadro clinico ed aumenta ogni volta che la persona si trova ad affrontare situazioni uguali o simili a quelle in cui si è presentato il primo attacco. Si cerca di fronteggiare l’ansia evitando le situazioni temute o se non è possibile affrontandole con grande timore. Si generano in questo modo le condotte di evitamento.
Principali cause
Difficilmente gli attacchi si presentano senza fattori scatenanti. Il primo episodio, solitamente si manifesta in presenza di una forte pressione emotiva, quando si è malati, o si è stanchi fisicamente ed emotivamente. Raramente si presenta in persone che si sentono al sicuro e in assenza di fattori stressanti.
Una causa molto frequente è determinata dallo Stress.
L’attacco di panico si può manifestare durante periodi di tensione e stress elevati. Si possono suddividere due categorie di fattori stressanti:
· Fattori stressanti psicologici: Lutti, problemi sentimentali, disaccordi in famiglia, difficoltà economiche o lavorative
· Fattori stressanti fisici: diagnosi di malattie fisiche, esaurimento lavorativo, mancanza di sonno, utilizzo di sostanze.
Come si sviluppa l’attacco di panico
La persona in breve tempo arriva a provare disagio, o paura intensa in situazioni che normalmente non dovrebbero determinare tale attivazione
Sintomi associati
· Respiro affannoso
· Palpitazioni
· Vertigini o giramenti di testa
· Formicolii alle mani o ai piedi
· Senso di costrizione o dolore al torace
· Sensazione di soffocamento o di mancanza di aria
· Sentirsi svenire
· Sudorazione
· Tremori
· Vampate di caldo o di freddo
· Bocca secca
· Nausea o nodo allo stomaco
· Debolezza delle gambe
· Visione annebbiata
· Tensione muscolare
· Impressione di non riuscire a pensare chiaramente o di non riuscire a parlare
· Impressione che le cose intorno non siano reali
· Paura di morire, perdere il controllo o di comportarsi in modo bizzarro
Modalità di reazione
Durante un attacco di panico le persone possono cercare di allontanarsi dalla situazione sperando di far cessare l’attacco, oppure possono cercare aiuto o isolarsi per la vergona.
Durante la prima esperienza chi ne è soggetto si spaventa molto per la paura di morire, impazzire o perdere il controllo tanto che spesso, cerca aiuto medico sanitario. Con il ripetersi degli attacchi si comincia ad avere meno paura di conseguenze negative anche se rimane la paura che l’intensità degli attacchi possa peggiorare.
Sviluppo di fobie ed evitamenti.
Chi è stato vittima di un attacco di panico cerca di darsi una spiegazione razionale di quanto è successo e, spesso accade, che si attribuisca la colpa del forte disagio alla situazione nella quale l’attacco è iniziato. Questo avviene per un fenomeno definito di condizionamento ossia nesso causa effetto “è successo in quella situazione e quindi è colpa della situazione”. Questa convinzione porta allo sviluppo di paure situazionali ed all’evitamento.
Le persone iniziano quindi rapidamente ad evitare tutte quelle situazioni dalle quali potrebbe essere difficile allontanarsi o trovare aiuto.
Ad esempio, tutti i mezzi pubblici sono ritenuti pericolosi perché è necessario aspettare per poter scendere o avere aiuto, così come stare soli in casa o viaggiare in mezzo al traffico o su strade deserte dove potrebbe essere difficile abbandonare il veicolo o avere aiuto.
Tramite il Processo di generalizzazione le persone iniziano inoltre a temere anche situazioni simili.
Fondamentale per chi soffre di attacchi di panico è capire il significato di condizionamento e generalizzazione perché, per stare meglio deve imparare a interrompere il legame tra attacchi di panico e situazioni evitate.
Gli evitamenti possono essere accorgimenti che aiutano a superare gli attacchi di panico ma nel lungo periodo sono controproducenti perché creano abitudini protettive che limitano il funzionamento quotidiano.
Pensieri negativi.
Nelle persone soggette ad attacchi di panico gli evitamenti svolgono la funzione di diminuire la preoccupazione di: fare brutta figura, fare cose imbarazzanti, di non trovare aiuto, di perdere il controllo o fare del male a sé stesso o a persone care.
Scopo della terapia.
· Controllo dei sintomi fisici: nello specifico il controllo dell’iperventilazione che durante l’attacco è la causa della mancanza di aria.
· Identificazione dei pensieri negativi: si cerca di identificare il dialogo interno, ossia ciò che la persona dice a sé stesso prima, durante e dopo l’attacco mettendo in luce le convinzioni erronee che aumentano l’ansia
· Esposizioni graduali: gradualmente si impara ad esporsi alle situazioni temute ed evitate.


